Intervista a Massimo Ferrara - Ottica Barbaro dal 1945 - Foggia (FG)

Aggiornato: 9 Dicembre 2022

Ciao Massimo, è davvero un piacere averti qui. Come sempre, vorremmo iniziare a conoscere meglio il tuo lavoro chiedendoti il percorso che ti ha portato a specializzarti nel settore dell'ottica e ad aprire il tuo negozio.

Il negozio è stato aperto il 9 dicembre del ‘45 da mio nonno Saverio Barbaro. Portare avanti questa “tradizione di famiglia” è stato, all’inizio, quasi una consuetudine; solo successivamente, grazie anche ai tanti docenti che ho incontrato durante la mia formazione, mi sono appassionato al mondo dell’Ottica e dell’Optometria e, in particolar modo, della Contattologia.
Tutta la mia formazione si è svolta presso l’IRSOO (Istituto di Ricerca e di Studi in Ottica e Optometria) di Vinci, per poi continuare con la partecipazione ai congressi e ai corsi organizzati dalle aziende.

Abbiamo visto come il tuo negozio sia l'esempio di un'attività che resiste e supera i cambiamenti del mercato nell'arco degli anni. Quali pensi siano i vostri punti di forza?

L’attività di un Centro Ottico ha due anime: una più legata alla moda che si concretizza nella scelta delle montature e degli occhiali da sole (di cui, nel mio caso, si occupa mia sorella Elvira) e l’altra professionale che ha la sua attuazione nella prescrizione di lenti e nell’applicazione di lenti a contatto.

Il punto di forza è mediare tra queste due anime, in base alla richiesta del cliente che ci sceglie entrando nel nostro Centro Ottico.

Tra le varie caratteristiche che contraddistinguono la tua attività c'è il lavoro che svolgi come docente in contattologia. Come è nato questo percorso?

Come succede spesso, per caso.

La contattologia mi ha sempre appassionato, tanto che, ogni anno con un gruppo di amici, dedichiamo un fine settimana al confronto professionale.

Proprio durante uno di questi incontri un collega mi ha informato che alla scuola di Ottica cercavano un Docente di Contattologia. Ricordo ancora le sue parole “Se non tu, chi?”

Cos'è l'ortocheratologia e perché, secondo te, se ne parla sempre più spesso?

L’Ortocheratologia è una tecnica applicativa di lenti a contatto finalizzata a modellare la curvatura della cornea, in modo da compensare le ametropie.

Quella che si è diffusa in questi ultimi anni è l’Ortocheratologia notturna, detta notturna perché le lenti a contatto sono indossate durante il sonno e rimosse al risveglio, in modo da poter affrontare tutta la giornata senza correzione ottica.

In questi ultimi anni se ne parla sempre di più perché quando è eseguita con lenti a contatto a geometria inversa, permette anche il controllo della progressione miopica e, come sappiamo, la vera sfida che ci aspetta negli anni a venire è appunto la prevenzione e la gestione della progressione miopica.

Quanto è importante essere costantemente aggiornato sulle nuove tecnologie di settore?

Oramai l’aggiornamento professionale è diventato quasi un obbligo; la tecnologia corre sempre più veloce e il cliente è sempre più informato. Quando viene in negozio cerca le due anime di cui si parlava prima, moda e professione; non possiamo farci trovare carenti in nessuna delle due.

Pensi che la scelta di trattare un brand piuttosto che un altro influisca sul valore percepito del centro ottico? E se sì, con quale criterio decidi i tuoi brand?

I brand caratterizzano fortemente il percepito di tutti i centri ottici, ma è anche vero che dopo tutti questi anni posso dire che il mio primo brand è il nome del mio negozio, che grazie anche a Free Optik continua a crescere.

Sono sempre più convinto che dobbiamo tutti sforzarci di “vendere” il nostro brand e la nostra professione, il brand dovrebbe essere solo un mezzo per valorizzarli e non il contrario

Alla fine questo è il mio criterio di scelta.

Quali sono gli aspetti che reputi fondamentale nell'accoglienza del cliente in negozio? Cosa non deve mancare mai in un centro ottico eccellente?

L’accoglienza del cliente è il momento più importante.

Saranno quei primi minuti a far capire al nostro cliente che ha scelto bene; fondamentale quindi, fin da subito, un bel sorriso. Se poi, a questo, ci aggiungiamo disponibilità e preparazione professionale, siamo a buon punto.

Le cose invece che non dovrebbero mai mancare sono l’assortimento e la strumentazione adeguata.

Qual è la soddisfazione più grande che hai ottenuto finora nel tuo lavoro?

Sono tante le mie pubblicazioni professionali sia nazionali che internazionali e diversi gli inviti da parte di aziende di contattologia a partecipare a congressi italiani.

Nel 2017 ho avuto il piacere di essere invitato a partecipare al congresso della BCLA (British Contact Lens Association), la più importate associazione di professionisti che si occupano di contattologia al mondo.

Devo riconoscere che è la Docenza a darmi più soddisfazioni; la possibilità di condividere le mie conoscenze con le nuove generazioni è veramente gratificante.

Parliamo di comunicazione social. Che rapporto hai con lo strumento dei social network? In che modo riesci a sfruttarli per valorizzare la comunicazione della tua attività?

I social hanno cambiato il modo di essere Ottico-Optometrista, hanno permesso di confrontarsi con realtà diverse da quelle che viviamo tutti i giorni nei nostri centri ottici, mi hanno permesso di far parte di un network di Ottici-Optometristi, opportunità che mi ha portato all’insegnamento.

Credo che i social abbiano una grande potenzialità, ma non riesco ancora a sfruttarli al meglio per la valorizzazione del mio centro ottico. In questo però Free Optik mi supporta in ogni mia iniziativa.

Che messaggio vuoi mandare alle persone che ci stanno leggendo?

Facciamo il lavoro più bello del mondo.

L’80% delle informazioni che arrivano al nostro cervello arrivano attraverso gli occhi, e se questi non funzionano bene, ci siamo noi, Ottici-Optometristi.

Lo possiamo fare con una bella montatura di un brand famoso che valorizza il nostro aspetto o lo possiamo fare con una lente a contatto che ci ridà la naturalezza della visione.

Credits to Alessandra Loreti



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