L'innovazione nel mondo delle lenti a contatto

Il mondo della contattologia è sempre stato in evoluzione continua.

Aggiornato: 29 Luglio 2022

Questo progresso si è differenziato in due aree complementari.
Da una parte abbiamo lo sviluppo di nuove tecnologie costruttive che hanno permesso la creazione di profili, spessori e curvature sempre più idonei alla correzione dei differenti problemi visivi.

Parallelamente sono stati prodotti materiali in grado di rispettare maggiormente il metabolismo corneale, favorendo una corretta ossigenazione ed un'idratazione ottimale.
Grazie a tutte queste evoluzioni possiamo dire che sostanzialmente oggi non esistono più limiti all’utilizzo delle lenti a contatto, ma in molte persone permangono ancora convinzioni erronee sul tema.
Andiamo ad esaminarle una ad una.

Le lenti a contatto sono una soluzione solo per i miopi, in particolare quelli di alto potere.

Ciò è assolutamente falso.
Oggi il mercato propone lenti a contatto anche per ipermetropia e astigmatismo.
Per i difetti più elevati le lenti vengono costruite su misura sulla base delle indicazioni del contattologo.

Per i presbiti le lenti a contatto non sono consigliate perché non consentono di vedere bene da vicino.

Anche in questo caso l’evoluzione delle tecniche costruttive ci consente di avere lenti per i soggetti presbiti con le quali riusciamo a far vedere bene sia a distanza che da vicino.
Sono disponibili sia nella tipologia tradizionale sia a ricambio frequente, anche giornaliere.

Le lenti a contatto possono provocare danni agli occhi.

La sicurezza delle lenti a contatto dipende da numerosi fattori; si tratta  comunque di corpi estranei che inseriamo sull’occhio e risulta quindi importante che l’occhio non presenti patologie che ne sconsiglino l’uso.
Le condizioni vanno verificato con uno specifico esame oculistico. Ma è altrettanto importante che l’applicazione sia eseguita da un contattologo, lo specialista in grado di indicare la corretta lente per ciascuna persona, non solo in termini di gradazione ma anche di tipologia, materiale, curvatura.

Le lenti a contatto possono non devono essere utilizzate prima dei 18 anni.

Inesatto. Nei minori, ed in particolar modo nei bambini più piccoli le lenti a contatto vengono utilizzate per vari motivi, come ad esempio:
- In presenza di una forte differenza tra i due occhi, quando l’utilizzo del solo occhiale non consente un corretto sviluppo della visione binoculare.

Oppure in caso di
- Ametropie elevate possono interferire nella coordinazione oculo-manuale e nell’analisi dello spazio.

Molti studi hanno confermato che l’uso di corrette lenti a contatto rallentano la progressione miopica.

Ovviamente in questo caso le indicazioni del punto precedente (Esame oculistico preventivo e applicazione da parte di un contattologo) sono ancora più vincolanti.

Le lenti a contatto non si possono utilizzare se si hanno occhi sensibili.
Alcune persone presentano una accentuata sensibilità corneale, spesso legata anche ad un film lacrimale non totalmente nella norma.
I nuovi materiali con cui sono costituite le lenti associati a trattamenti sulla superficie per migliorarne la bagnabilità interferiscono in misura molto ridotta con l’occhio.
Tutto questo, unito a lenti di spessore sempre più ridotto, consente anche ai soggetti più sensibili di avere una lente idonea e confortevole nell’uso quotidiano.

Le lenti a contatto non sono solo correzione passiva delle ametropie. Ad esempio con l’ortocheratologia, una branca avanzata della contattologia, si riesce ad ottenere una corretta visione senza tenere durante il giorno le lenti nell’occhio.
Infatti queste lenti, utilizzate durante le ore di sonno, provvedono ad un rimodellamento, temporaneo, della superficie corneale che annulla il difetto visivo.
Di questo argomento ne parleremo più dettagliatamente in un prossimo articolo.

Infine uno sguardo al futuro.
Abbiamo visto che ciò che definivamo fantascienza 20 anni fa oggi è presente nella nostra vita quotidiana.
Pensiamo solo ai computer che sono in grado di parlare con noi e rispondono alle nostre richieste.
Un'azienda californiana (Mojo Vision) ha sviluppato un prototipo funzionante di lente a contatto "smart" per realtà aumentata.
Chi la indossa può vedere sovrapposta all’immagine naturale delle immagini, dei testi e persino una bussola.
Sono lenti rigide in cui solo la porzione centrale è trasparente e la corona periferica è occupata dalla parte hardware.

Per ora non è prevista una data di immissione in commercio. Gli usi possibili di una tale lente non hanno limite, se non la nostra fantasia.

Fonte "Dott. Marco Orlandi", psicologo, optometrista.

Marco Orlandi, dopo il diploma di ottico e la successiva qualifica in optomentria, apre un’attività commerciale nel centro storico di Roma. Successivamente si laurea in psicologia sperimentale ed approfondisce le tematiche delle funzioni percettive, soprattutto dell’età evolutiva. È stato relatore in numerosi congressi di neuropsicologia ad ha svolto attività di docente sia presso le Università della Sapienza, Tor Vergata, LUMSA. È stato anche docente presso numerosi corsi ECM in Italia. Per conto di primarie aziende oftalmiche ha tenuto seminari sulle tematiche della visione. Svolge attività clinica presso il Centro Ricerche sulla Visione che ha fondato nel 2008 proprio per trasferire nella ricerca le proprie esperienze con i pazienti.

Centro Ricerche sulla Visione:

Presso il CRV viene svolta attività di valutazione delle funzioni visuo-percettivo-motorie grazie alla collaborazione di vari professionisti, dall’optometrista all’oculista. Inoltre viene svolta anche attività di riabilitazione visiva, ortottica e/o funzionale. Il CRV organizza corsi di formazione, ECM e non, per professionisti sanitari. Il CRV è sede di tirocinio in convenzione con Roma Tre ed accoglie ricercatori e tesisti anche di altre facoltà.
https://crvisione.it



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