La percezione del colore - Parte 2

Aggiornato: 22 Luglio 2022

Al giorno d'oggi l’importanza del colore è molto ridotta.

L’uomo del terzo millennio può vivere anche in totale assenza di percezione del colore. Questo perché sono aumentate le modalità con cui si trasmettono le informazioni.

L’uso dei colori nei segnali stradali, ad esempio, rappresenta solo una parte della comunicazione. Pensiamo al semaforo con le sue luci: sappiamo che il rosso è posizionato sempre più in alto degli altri. Quindi anche il soggetto che non vede il rosso sa quando deve fermarsi.

Per valutare la percezione dei colori esistono numerosi test ma il più utilizzato, per semplicità, rapidità e attendibilità, è il test di Ishihara. In queste prove si fanno osservare delle tavole composte da punti di vari colori.

Per effetto della contiguità, di colore, alcuni elementi emergono formando dei numeri o dei percorsi. Ma ciò avviene solo se tutti i colori sono percepiti correttamente.

Se presentiamo un defcit percettivo in un colore, il numero che sarebbe dovuto emergere risulterà differente oppure non saremo in grado di vederlo.

Ci sono numerose tavole proprio per individuare le differenti discromatopsie.

I percorsi sono stati introdotti proprio per valutare soggetti prescolari.

Di seguito vi riporto una piccola curiosità riguardante il test bicromatico, effettuato durante la misurazione della vista.

Nel corso dell’esame vengono presentate delle lettere su due campi affancati verde e rosso. Questa prova, per l'appunto, è defnita test bicromatico.

Proprio per le proprietà dovute alla differente lunghezza d’onda, la luce rossa che incide su una lente convergente mostra un fuoco più lungo di quello della luce verde.

Quindi un miope non completamente corretto vedrà meglio sul campo rosso e viceversa per l’ipermetrope.

Quando la correzione è adeguatamente bilanciata non si dovrebbero percepire differenze tra i due campi.

Infine accenniamo al fatto che i differenti colori possono essere associati, ed in alcuni casi indurre, differenti emozioni. L’utilizzo del rosso nei segnali d’allarme è legato proprio alla sua capacità di aumentare il nostro livello di attenzione così come i colori tenui sul viola producono un effetto inibitorio dell’umore.

Fonte "Dott. Marco Orlandi", psicologo, optometrista.

Marco Orlandi, dopo il diploma di ottico e la successiva qualifica in optomentria, apre un’attività commerciale nel centro storico di Roma. Successivamente si laurea in psicologia sperimentale ed approfondisce le tematiche delle funzioni percettive, soprattutto dell’età evolutiva. È stato relatore in numerosi congressi di neuropsicologia ad ha svolto attività di docente sia presso le Università della Sapienza, Tor Vergata, LUMSA. È stato anche docente presso numerosi corsi ECM in Italia. Per conto di primarie aziende oftalmiche ha tenuto seminari sulle tematiche della visione. Svolge attività clinica presso il Centro Ricerche sulla Visione che ha fondato nel 2008 proprio per trasferire nella ricerca le proprie esperienze con i pazienti.

Centro Ricerche sulla Visione:

Presso il CRV viene svolta attività di valutazione delle funzioni visuo-percettivo-motorie grazie alla collaborazione di vari professionisti, dall’optometrista all’oculista. Inoltre viene svolta anche attività di riabilitazione visiva, ortottica e/o funzionale. Il CRV organizza corsi di formazione, ECM e non, per professionisti sanitari. Il CRV è sede di tirocinio in convenzione con Roma Tre ed accoglie ricercatori e tesisti anche di altre facoltà.
https://crvisione.it



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